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Il periodo individuato come campo cronologico d’indagine, quello a cavallo tra Cinque e Seicento, nasce da precise ragioni culturali e pratiche: il Concilio di Trento (1545-1563) rappresentò infatti una precisa cesura sotto il profilo dei culti in uso, delle pratiche devozionali e liturgiche e, ancor più, della politica delle immagini, che da questo momento fu disciplinata molto rigidamente (a partire dal testo conciliare, per trovare poi riverbero nei trattatisti del tardo Cinquecento), quale reazione alle precedenti licenze e ‘lascivie’ stilistiche perpetrate dagli artisti della Maniera. Allo stesso tempo, conseguentemente alle nuove esigenze conciliari di ordine, rigore e decoro, l’epoca tridentina fu il momento in cui si diffuse la pratica delle sacre visite pastorali e della redazione degli inventari parrocchiali: due strumenti che dunque, ancora oggi, risultano essere indispensabili per chiunque voglia intraprendere una sorta di ‘censimento’ delle opere collocate sugli altari del clero secolare, nei secoli che vanno dal tardo Cinquecento in avanti. La ricerca si è dunque articolata nella ricostruzione di quello che esisteva e che non esiste più (opere, altari, chiese), ma anche nella conferma di quanto ancora oggi possiamo vedere su quegli stessi altari o in situazioni decontestualizzate, come nel caso di nuove musealizzazioni.
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AUREA Maria Grazia Brunetti, 2025 a cura di Andrea Carlo Cavina - Loretta Merenda Arte e cataloghi pp. 108, ill. col. e bn, ISBN 978-88-9350-169-9 € 18.00 |
Loretta Merenda, Artista e maestra - Andrea Carlo Cavina, Dalla Zia Graziella al mosaico: un viaggio di creatività e affetto - Daniele Torcellini, Il mosaico per Maria Grazia Brunetti - Anna Zoli, Profilo di Maria Grazia Brunetti - Donatella Franchi, Tessere di vita. Pensando a Maria Grazia Brunetti, “Graziella” - Linda Kniffitz, Le tessere di Graziella Brunetti: l’armonia, la forma, la materia - Claudia Giuliani, Una spirale di sassi e vetri: il pavimento della Manica Lunga
della Biblioteca Classense realizzato da Maria Grazia Brunetti - Angela Ceri, Frammenti d’archivio - Opere - Apparati - Cronologia delle opere
A settanta anni dalla morte di Francesco Balilla Pratella, una biografia ne ricostruisce il percorso umano e musicale attraverso un’analisi sulle carte, ripercorrendo le tappe di un autore del Novecento che ha lasciato tracce importantissime, anche nell’ambito della ricerca musicologica, in primo luogo del canto popolare. Inizialmente influenzato dal verismo, Pratella imprime da subito un sigillo personale alle sue opere, per poi far parte, unico musicista, dell’agguerrita pattuglia futurista capeggiata da Marinetti. Una stagione creativa fondamentale che ha lasciato titoli ed opere che fanno parte con pieno diritto della nuova musica novecentesca. Teorico, compositore, scrittore, musicista per il quale il canto e la melodia rimangono ancora al centro dell’attenzione creativa, Pratella trova nella presente biografia una definizione completa, e si conferma esponente non secondario nel ricco panorama musicale europeo del suo tempo.
Lo studio della letteratura medioevale italiana e il lavoro ecdotico incentrato
su quest’ultima rendono spesso indispensabile il ricorso a edizioni
realizzate fra il Sette- e il primo Ottocento, ovvero in quella stagione filologica
che precede la svolta storica segnata dallo sviluppo del metodo
stemmatico. Il presente volume, nato dall’idea di esplorare e di comprendere
in maniera più precisa il modus operandi di quella stagione che
possiamo eponimicamente chiamare “pre-lachmanniana”, mette a confronto
analisi approfondite dei metodi adottati da figure esemplari di eruditi
e filologi nelle loro edizioni di testi medioevali. La loro ampia
conoscenza delle fonti, accompagnata spesso da una spiccata sensibilità
linguistica, li guidava in molti casi a districarsi nelle selve di variae lectiones
oppure a colmare le lacune, indirizzandoli verso la lezione giusta
e conducendoli non di rado a risultati tuttora rilevanti. Per ricorrere a una
celebre metafora nell’ambito della critica testuale: se con i progressi raggiunti
attraverso il metodo stemmatico i filologi delle generazioni successive
si sono giovati di strumenti di taglio molto avanzati, i coltelli di
Pierantonio Serassi, Domenico Maria Manni, Giovanni Gaetano Bottari
e altri erano senza dubbio ben affilati e tagliavano nel miglior modo possibile
che quel periodo storico potesse immaginare, anche e soprattutto
perché coloro che li avevano fra le mani sapevano adoperarli in maniera
magistrale.
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L001194
Schwarzenbach, Michael Grammatiche del desiderio Epistolari amorosi del Rinascimento italiano, 2025 Memoria del Tempo n. 94 pp. 444, ISBN 978-88-9350-159-0 € 24.00 |
Il lavoro di Michael Schwarzenbach indaga la tradizione letteraria delle
lettere amorose della prima epoca moderna focalizzandosi sull’interiorità
e sulle passioni in un contesto in cui si delinea un ruolo via via crescente
delle donne quali autrici delle missive. La ricerca si distingue per una selezione
innovativa del corpus di testi che include manoscritti e opere a
stampa dal Quattrocento agli albori del Seicento. Tre epistolografi (Francesco
Galeota, Girolamo Parabosco, Alvise Pasqualigo) si confrontano
con quattro autrici (Ceccarella Minutolo, Celia Romana, Madonna Emilia
N. e Isabella Andreini). Grazie a una lettura minuziosa dei testi (close
reading) Schwarzenbach illustra i topoi ricorrenti nonché le trasformazioni
stilistiche e tematiche che tali scritture hanno conosciuto nel corso
del tempo. Un contributo di particolare rilievo riguarda l’accertamento
della rimarchevole influenza esercitata dall’Elegia di madonna Fiammetta
sugli epistolari del Rinascimento. Riprese testuali, temi e strategie narrative
rivelano un legame profondo con l’opera boccacciana confermandone
il ruolo di modello fondativo. La ricerca si sofferma inoltre sulla
stilizzazione del linguaggio femminile nell’epistolografia interrogando
criticamente taluni pregiudizi sulla sua presunta “sgrammaticatura” e mettendo
in evidenza per contro l’accorto ricorso alle risorse retoriche e alle
formulazioni espressive. Grazie a un approccio rigoroso e originale il saggio
getta nuova luce sulla tradizione epistolare amorosa fittizia nel suo
sviluppo tardo-rinascimentale e al contempo abbozza linee di evoluzione
nella rappresentazione delle passioni nella letteratura italiana premoderna.