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Quaderni del S.A.G.E.O.

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Al di qua e al di là dell'Atlantico
Sguardi, confronti, differenze tra Inghilterra e America, 2013
a cura di Luisa Pontrandolfo
Quaderni del S.A.G.E.O. n. 6
pp. 208, ill. bn, ISBN 978-88-8063-705-9    € 20.00

E' possibile scaricare questo volume in versione PDF, a pagamento,
tramite Casalini Libri Digital Division


Presentazione di Luisa Pontrandolfo - L. Pontradolfo, America: nuovo paradiso per emigranti; S. Tota, “Migrazioni” letterarie. Dal Gotico inglese al grande romanzo americano: il caso di The Scarlet Letter di Nathaniel Hawthorne; E.Mulligan, Locations of Power in The Scarlet Letter. The Transatlantic Man: Chillingworth and The Old World in The New; L. Pontrandolfo, Lo sguardo dei vittoriani: Charles Dickens, Frances e Anthony Trollope in viaggio negli Stati Uniti d’America; P. Martino, “I Have Nothing To Declare Except My Genius”. Oscar Wilde in America; V. Cavone, Stepping Westward: un “Coast to Coast” vittoriano; A. Squeo, “Frenzy Of The In-Visible”: riflessioni su ‘punto di vista’ e ‘focalizzazione narrativa’ nella cultura scientifica anglo-americana; M. Bergam, In Mid-Atlantic: I Paesaggi della scrittura transatlantica di Sylvia Plath.

Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo, approdando su un suolo sconosciuto, non solo ebbe il merito della scoperta di quella che sarà chiamata America, ma anche, e forse soprattutto, dell’essere riuscito ad attraversare l’Atlantico superandone le numerose difficoltà imposte dalla sua natura, come ha sottolineato Braudel.
Molti furono coloro che decisero di solcare quel mare per raggiungere il Nuovo Mondo definito ‘nuovo’ Eden, ‘nuova’ terra promessa; l’aggettivo ‘nuovo’ stava ad indicare, da parte di chi lì arrivava, quanto forte fosse la dicotomia, la contrapposizione/relazione tra culture (europea) e nature. Fu l’America del Nord a vedere l’arrivo in gran numero di tanti britannici che lì si stanziarono conservando i tratti distintivi, sociali e culturali della propria identità, così come, forte, il ricordo della Madre Patria e, con l’intento di rafforzarne il legame, nominarono Virginia, Caroline, New England le terre occupate, ricreando, quando possibile, anche un ambiente di vita che era loro familiare. La separazione, il distacco, però, pian piano divenne inevitabile; la Rivoluzione Americana prima e la dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America sancirono in modo definitivo una frattura. Gli abitanti sulle due sponde dell’Atlantico cominciarono a guardarsi con curiosità e diffidenza insieme, pur dovendo riconoscere che ancora sussistevano delle interdipendenze reciproche, non solo dal punto di vista di influenze letterarie, ma di scelte politiche e sociali. Gli inglesi, in particolare, guardavano ai cambiamenti al di là del mare per lo più con occhio critico, segno anche di forte timore del nuovo, del ‘diverso’ che prendeva forma, e del dover considerare ormai ‘altri’ quei loro fratelli con i quali avevano condiviso usi, costumi, leggi, e che avevano scelto di migrare oltre oceano, ma che erano stati ritenuti a lungo un semplice prolungamento della propria realtà, del proprio mondo, se non in termini paesaggistici, certamente in termini politici, sociali e soprattutto linguistici.
I saggi raccolti in questo volume prendono dunque in esame alcuni aspetti del complesso e complicato legame tra inglesi e americani, un rapporto di odio/amore, di ripudio e ammirazione, in cui non manca il senso di tradimento e di perdita da un lato e di forte affermazione di sé come nuova identità sull’altra sponda.