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Lectura Dantis Lupiensis

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Lectura Dantis Lupiensis vol. 5 2016, 2018
a cura di Valerio Marucci - Valter Leonardo Puccetti
Lectura Dantis Lupiensis n. 5
pp. 168, ISBN 978-88-9350-002-9    € 20.00

Mira Mocan, Figure del destino e della fortuna nella Commedia- Paolo Falzone, La nobiltà di Dante tra contingenza biografica e storia delle idee - Leyla Livraghi, «Livïo […] che non erra» (Inf. XXVIII 12): delimitazione di un’area di pertinenza - Beatrice Stasi, «Perché si teme officio non commesso»: i canti della superbia nel Purgatorio - Stefano Prandi, L’impotenza del male. Lettura di Inf. XXXI

La quinta edizione delle Lecturae Lupienses ha rinunciato alle finestre interdisciplinari delle edizioni precedenti e ha puntato, per una volta, alla sola intimità culturale e testuale nello studio dell’opera dantesca. Mira Mocan ha enucleato i rapporti tra la figuralità metaforica di Dante e le fonti, soprattutto boeziane, dei modelli geometrici ai quali il poeta si richiama in più punti della Commedia, come a dar corpo fisico e “solidità” razionale a evanescenti virtù morali. Paolo Falzone, riprendendo la tesi di fondo esposta nel fortunato volume di Carpi sulla nobiltàÌ di Dante, ne ha discusso con acume e con circonstanziata documentazione l’approdo teorico, presentando credibilmente tesi assai distanti da quelle esposte dal piùÌ noto, compianto studioso. Leyla Livraghi, circumnavigando la citazione dantesca di Livio «che non erra», ne ha rintracciato dapprima l’autentico significato e ne ha poi indicato con meditata intelligenza il carattere fondativo di un modello di prosa storiografica. Beatrice Stasi ha affrontato la dura tematica dei canti della Superbia e ha disegnato un fitto reticolato di rapporti interni ad altri luoghi della Commedia e, più in generale, di un argomento centrale per la dottrina morale del tempo di Dante. Infine, Stefano Prandi ci ha offerto una nuova e brillante rilettura di Inf. XXXI, regalandoci nuovi e persuasivi punti di vista sul ruolo e sul significato dei Giganti.