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Memoria del Tempo

click per ingrandire L001157    ESAURITO
Dante a Verona
2015-2021, 2018
a cura di Edoardo Ferrarini - Paolo Pellegrini - Simone Pregnolato
Memoria del Tempo n. 57
pp. 320, ISBN 978-88-8063-982-4    € 24.00

E' possibile scaricare questo volume in versione PDF, a pagamento,
tramite Casalini Libri Digital Division


Paolo Pellegrini, Premessa - Gian Maria Varanini, “Corte”, cancelleria, cultura cittadino-comunale nella Verona del primo Trecento - Paolo Pellegrini, I primi passi dell’esilio dantesco: Verona 1302-1303 - Giuseppe Chiecchi, Dante «iuxta Sarnj fluenta»: a proposito dell’epistola a Moroello e della canzone montanina - Guglielmo Bottari, Lo sfondo culturale nella Verona di Dante -Marco Petoletti, Circolazione di manoscritti e biblioteche nella Verona dantesca - Giuseppe Ledda, Il Cangrande di Dante. Storia, poesia e profezia - Ennio Sandal, Dante e l’editoria veneziana nel primo secolo della stampa (1472-1555) - Luca Mazzoni, Dantisti veronesi del Settecento - Gian Paolo Marchi, Dantisti veronesi dell’Ottocento - Simona Brunetti, Due esempi di drammatizzazione di Dante nell’Ottocento italiano - Giuseppe Sandrini, Ruskin lettore di Dante: la Commedia e le pietre di Verona - Corrado Viola, Concordanze, capovolti, emblemi: sul Dante di Mario Apollonio - Giovanna Ioli, Dante, Singleton, Montale e il “Caso” - Marco Berisso, Il Dante di De Robertis e il “Libro delle canzoni” - Fabio Danelon, Una storia sbagliata. Su Pasolini e Dante


Verona è la città che più a lungo ha visto Dante quale ospite, nel primo esilio, allorché sono maturate le opere del Convivio e del De vulgari eloquentia, e più tardi, durante la scrittura del Paradiso e della Questio de aqua et terra, sotto le ali protettive di Cangrande della Scala. A Verona Dante poté forse approfondire i propri studi filosofici e letterari attraverso la frequentazione della celebre Biblioteca Capitolare.
A Verona prenderanno dimora i suoi discendenti, primo fra tutti il giudice Pietro, cultore e commentatore dell’opera del padre. La presenza di Dante fu uno stimolo prezioso per la promozione degli studi locali sulla sua opera e sulla sua biografia, prodromi a una fortuna che nei secoli successivi si allargherà ad ambiti disciplinari e cronologici diversi, alla letteratura moderna e contemporanea, sino ad abbracciare il cinema e il teatro.
Il volume ricostruisce puntigliosamente le tappe del primo esilio di Dante, il suo complesso rapporto con la realtà e le istituzioni cittadine veronesi (la tradizione comunale, il clero, il notariato), il suo dialogo con il contesto culturale che lo accolse (gli ambienti legati alla Capitolare). D’altra parte amplia l’orizzonte allo sviluppo degli studi intorno alla sua figura e alla sua opera (Dionisi, Perazzini, Del Lungo, Singleton, Apollonio, De Robertis), ne indaga la fortuna editoriale nei primi secoli della stampa, ne analizza il reimpiego e la riemersione in autori, aree e discipline diverse (Ruskin, Modena, Pasolini).