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Memoria del Tempo

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Dante e la sua eredità a Ravenna nel Trecento, 2015
a cura di Marco Petoletti
Memoria del Tempo n. 45
pp. 256, 16 ill. a colori, ISBN 978-88-8063-823-0    € 28.00

E' possibile scaricare questo volume in versione PDF, a pagamento,
tramite Casalini Libri Digital Division


Mario Morelli, Premessa - Marco Petoletti, Le Egloghe di Dante: problemi e proposte testuali - Angelo Piacentini, «Hic claudor Dantes». Per il testo e la fortuna degli epitaffi di Dante - Marco Petoletti, La lettera del veronese Antonio da Legnago a Pietro da Ravenna (1378) e il sepolcro di Dante - Luca Azzetta, «Ad intelligenza della presente Comedìa...». I primi esegeti di fronte al «poema sacro» - Carla Maria Monti, Il ‘ravennate’ Donato Albanzani amico di Boccaccio e di Petrarca - Luciano Gargan, Un nuovo profilo di Giovanni Conversini da Ravenna

All’inizio del Trecento Ravenna offrì a Dante l’ultimo rifugio, secondo la felice formulazione del celebre libro di Corrado Ricci, e a Ravenna, dopo il fatale 14 settembre 1321, il poeta trovò la sua ultima dimora. Sotto le ali della signoria di Guido Novello da Polenta, dunque, Dante passò gli anni estremi della sua vita: in città compose le egloghe indirizzate al maestro bolognese Giovanni del Virgilio, estremo lascito letterario della sua arte e della sua cultura. Intorno a Dante si creò prestissimo un nucleo di devoti e ammiratori, alcuni dei quali ricordati nelle egloghe dietro lo schermo bucolico: Dino Perini, Fiduccio de’ Milotti, Guido Vacchetta. Ma il sacro fuoco delle lettere non si spense a Ravenna con la morte del sommo poeta: lì agirono maestri e letterati che, ereditando il testimone di una tradizione illustre, fecero della città romagnola un centro non indifferente del primo Umanesimo fiorito nel corso del Trecento. Altre figure, soltanto apparentemente minori, come quelle di Donato Albanzani, caro amico di Petrarca, e di Giovanni Conversini, maestro rinomato ai suoi tempi, illustrarono con il loro magistero la vita culturale di Ravenna nel solco dei gloriosi esempi offerti dal passato remoto e più recente. Il volume, affidato a diversi specialisti dell’argomento, intende presentare l’impatto culturale che Dante Alighieri ebbe sulla cultura ravennate del Trecento.