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Il Portico - Sezione: MATERIALI LETTERARI

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Battaglia, Beatrice
La critica alla cultura occidentale nella letteratura distopica inglese, 2006
Il Portico n. 136
pp. 144, ISBN 978-88-8063-504-8    € 20.00

La scrittura fantastica contro i misfatti della ragione – La parodia del capitalismo in Erewhon di Samuel Butler – The Land of Darkness di Margaret Oliphant: l’allegoria dell’individualismo borghese – La logica culturale dell’era tecnologica: The Machine Stops di E.M. Forster illustra Fredrick Jameson – Satana e Gerione: la produzione della ‘verità’ postmoderna. – In nome della scandalosa forza rivoluzionaria del passato: memoria come resistenza – Epifanie del ‘paradiso terrestre’: arte e natura in A Crystal Age di W.H. Hudson – Scrivere la ‘memoria ancestrale’ in Nineteen Eighty-Four di George Orwell – Genius loci e ‘Occidente hegeliano’ nella visione di Lawrence Durrell.

In un momento in cui, ‘grazie’ alla globalizzazione, la civiltà dell’Occidente pare sul punto di legittimare le sue pretese d’universalità, sollevando reazioni e accesi dibattiti sullo spirito e l’identità della propria cultura, la letteratura distopica si presenta come guida qualificata all’agenda della discussione, dal momento che fin dalle origini si è assunta il ruolo di coscienza critica della propria società e voce dell’anticanone. Da Jonathan Swift a Samuel Butler a E.M. Forster, da William Morris a Margaret Oliphant a George Orwell, è impressionante la capacità della distopia di individuare lo spirito profondo della cultura borghese e di esporne lucidamente i principi essenziali dell’individualismo e del progresso, anticipandone gli sviluppi nelle varie manifestazioni del materialismo economico e atrofia spirituale contemporanei. Ma, prima ancora che dell’attualità dei temi, la grande forza di coinvolgimento di questa letteratura è il risultato della sua scrittura fantastica, capace di raggiungere, oltre l’ambito del razionale, quel fondo oscuro dove resiste il rimosso della nostra cultura del ‘avanti, avanti!’.