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Civiltà veneta nel Mondo - Volumi sull'emigrazione veneta nel mondo

click per ingrandire L410318    ESAURITO
L'emigrazione italiana nel Rio Grande do Sul brasiliano (1875-1914)
Fonti diplomatiche, 2018
a cura di Vania Beatriz Merlotti Heredia - Gianpaolo Romanato
Civiltà veneta nel Mondo n. 7
pp. 824, ill. bn, ISBN 978-88-9350-008-1    € 24.00

La grande emigrazione dall’Italia di fine Ottocento coincise con la richiesta di emigranti da parte del Brasile, un Paese enorme, spopolato, poco coeso. Una parte di quanti arrivavano in Brasile dall’Italia furono smistati nel Rio Grande do Sul, il territorio più meridionale e più abbandonato. Qui, nella zona di montagna, lontano da tutto e da tutti, in un’area boschiva e totalmente vuota, estesa approssimativamente come la Valle Padana, furono delimitate quattro zone coloniali, destinate esclusivamente ai nostri immigrati, dove affluirono, tra fine ‘800 e inizi del ‘900, più di centomila italiani, provenienti per la maggior parte dal Veneto. Erano contadini, artigiani, braccianti, molti analfabeti, tutti dialettofoni, che furono quasi abbandonati a se stessi. Per sopravvivere dovettero difendersi dagli animali selvatici, disboscare la foresta, costruire le case, avviare le coltivazioni, aprire delle strade, creare una rete commerciale. La solitudine rafforzò l’unione e la coesione di questi coloni che da allora hanno conservato fino a oggi tutte le peculiarità dei primi arrivati, a partire dalla lingua: il dialetto veneto, che si è mescolato al portoghese e ha dato vita ad una koinè linguistica tutta particolare. Si tratta di un caso che ha pochi uguali nella storia migratoria, non soltanto italiana: un gruppo sociale che si è perfettamente integrato nel Paese d’arrivo, il Brasile, di cui oggi rappresenta l’élite, mantenendo però le caratteristiche e le particolarità del Paese d’origine, l’Italia, e soprattutto della regione di provenienza, il Veneto. L’odissea di questa comunità fu seguita attentamente dalle autorità diplomatiche italiane. Le loro relazioni, apparse allora su pubblicazioni del Ministero degli Esteri, sono state riprodotte dagli originali e vengono qui riproposte integralmente, come testimonianza dal vivo, drammatica e palpitante, di una pagina di eroismi e sofferenze che ha pochi uguali e della quale possono andare fieri tanto l’Italia quanto il Brasile.